Lasciate cucinare loro. Il vero regalo di Natale è non lavorare: le proposte dei ristoranti cittadini, dalle trattorie agli stellati

Pranzo di Natale con i tuoi, ma dove vuoi. C’è chi lo passa in casa, chi va al ristorante. E c’è chi festeggia più con il cenone della Vigilia, soprattutto nelle famiglie originarie del Sud, che a mezzogiorno del 25. Il compromesso più interessante, per andare incontro ai milanesi, è dei cuochi Alessandro Negrini e Fabio Pisani, del Luogo di Aimo e Nadia. «Ci siamo inventati il Mercatino , un take-away stellato», dicono. «Il nostro ristorante di stelle Michelin ne ha due, per merito di papà e mamma, che da 50 anni consolano il palato dei milanesi», dice con orgoglio Stefania Moroni. Si ordinano e ritirano piatti semi pronti, con istruzioni da applicare in casa per suscitare gli «ohhhh» degli ospiti. Per esempio, il tortello con ripieno all’ossobuco e salsa allo zafferano, con tutti gli elementi per la finitura del piatto. In alternativa, c’è il pranzo al ristorante, che esalta la bravura della squadra: 160 euro, vini esclusi. Un piatto come il dentice del Mar Ligure cotto in olio di Nocellara con cimolini di rapa, e il suo ristretto profumato alla verbena, compare in un menu sontuoso che convincerebbe a spendere anche il taccagno Scrooge di Dickens. «Il tacchino va bene per il Natale, ma il Natale non va bene per il tacchino». Per chi si riconosce nelle parole di Achille Campanile, ecco la cena vegana della vigilia da Ghea, con proposte come il seitan con lenticchie e cipolle rosse caramellate (5 piatti a 40 euro). E La Sana Gola (lasanagola.com): si prenota il pranzo del 25 e si ritira in mattinata. A capponi e cotechini, rispondono con seitan Stroganoff, sour cream e patate arrosto profumate al limone; oppure la cassoeula con bocconcini di tempeh (menu 35 euro). Chi ha bambini da tener buoni e desidera un po’ di animazione, scelga il ReNoir Village, appena fuori Milano (San Vittore Olona): ricavato in una vecchia fornace, offre pranzo e spettacolo. I milanesi rispettosi della tradizione vanno da Peck (www.peck.it). Saranno stupiti dalle proposte-menu da farsi consegnare a casa: Trasgressione, Nobiltà e Glamour. Se tra gli amici avete un gourmet, apprezzerà in regalo il «buono» per pranzo o cena della Vigilia da Claudio Sadler (www.sadler.it). Oppure il pranzo del 25 da Berton: 130 euro vini esclusi per apprezzare una cucina da due stelle, anche se la Michelin è stata avara confermandone una. Chi ama il social-tablet da 25 coperti scelga per la vigilia o il pranzo di Natale (quasi esaurito) Priceless, il temporary-restaurant sui tetti di piazza della Scala, che verrà smontato il 31 dicembre: 250 euro (compresi i vini) per scambiarsi gli auguri vicini al cielo. Lo stesso si può fare alla terrazza del Gallia Excelsior, ma solo per un aperitivo con musica, che domina piazza Duca D’Aosta. Ma non è necessario spendere tanto: tra le trattorie abbordabili di Milano, Al’Less imbandisce il pranzo di Natale per 36 euro (vini esclusi). In carta, stracotto al Nebbiolo con polenta e panettone con la resumada. Curiosità poco consolante: per le Feste ogni famiglia butta tra i rifiuti circa 50 euro di beni alimentari. Mai fu più vera la frase di Benjamin Franklin: «Una buona coscienza è un Natale perpetuo».