Il Pomiroeu di Seregno Tappa obbligata per ogni gourmet. la mia recensione sul corriere

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Poco distante da Milano, il cuoco Giancarlo Morelli continua a imperare sulla Brianza: tecniche di cucina in primo piano e una devozione trentennale nel cercare l’essenza dei sapori. È il Pomiroeu (via Garibaldi 37, tel. 0362.23.79.73, Seregno): dove oggi sorge una corte, un tempo fioriva un pometo. Lo staff d’eccezione, una cantina (ex ghiacciaia) olimpionica e la filosofia dello chef rendono la tappa in questo locale un dovere di ogni gourmet. Temolo marinato ai profumi di bosco, casoncello ripieno di ricotta acida, fichi secchi, costoletta di cervo o il pescato del giorno. Da 60 euro.

Pesce fresco (e a buon mercato) anche da asporto. La mia recensione sul corriere

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Uno dei ristoranti di successo del gruppo Seven (dietro c’è la mente brillante di Andrea Meoni) è Zio Pesce (foto) in Porta Romana (via Mattei 12, tel. 02.49794967), il locale gemello è sui Navigli. Rappresenta l’eccezione alla regola: i ristoranti dove si serve il pesce fresco sono cari. Meoni, dovendo rifornire più locali, riesce a procurarsi il meglio di gamberi, salmoni, pesce spada, tonni e ombrine a prezzi competitivi. Niente stellati, ma la cucina è più che corretta. A partire da 40 euro. La cantina è attenta a biodinamica e vini naturali. Tutti i piatti sono anche da asporto.

Al Besame Mucho alta cucina messicana e ambiente moderno. La mia recensione sul corriere

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Se rimpiangete tacos ed enchiladas del padiglione Messico in Expo, eccovi accontentati: l’imprenditore ed editore italo-messicano Sandro Landucci prosegue l’avventura con Besame Mucho (piazza Alvar Aalto, tel. 02.29060313). Inaugura ufficialmente a gennaio, ma è già un successo: sorrisi autentici, materie prime di qualità, cuochi blasonati, architettura contemporanea. Dimenticate poltiglie tex-mex piccantissime: qui si fa alta cucina messicana. Da provare aguachile di gamberi e pescato del giorno, habanero, cetriolo e rapanelli e molto altro. Cantina in divenire, 40 euro circa.

Il mercato è sempre più cool Ortaggi, pane, pesce e vino di qualità negli spazi comunali di corso XXII Marzo

Un nuovo progetto da ieri trasforma, in meglio, un frequentatissimo angolo di Milano: piazza Santa Maria del Suffragio, su corso XXII Marzo. Qui ha aperto non un ristorante con chef di fama, non una boutique del cibo, ma il primo mercato comunale con cucina. La sua storia? Il Comune, due anni fa, lanciò un bando per far ripartire il mercato decaduto. Decadenza che il quartiere non meritava: qui di fronte Marchesi aprì il primo ristorante; accanto i fratelli Solci facevano cultura del vino dagli anni ’50; fino al 1965 qui sorgeva una cittadella commerciale. Il progetto vincente è di Davide Longoni, panettiere purista e imprenditore. Porta l’idea di un mercato contemporaneo: pane, pizza, frutta, ortaggi, gelato, vino e pesce. Niente carne. Quattro banchi con tavolini centrali, ed esterni e in veranda, aperti dall’ora di colazione sino alle 23. Longoni ha operato una selezione con il metodo delle affinità elettive e gustative. Per esempio, scegliendo una bocconiana con master in economia. È Erika Fumagalli, dal 2009 nell’azienda di famiglia, la Fumagalli Danilo srl, storica bottega di ortofrutta in Brianza. Che valorizza le produzioni locali, dal Parco del Curone. «La mia è ortogastronomia», dice Erika. Al banco, zucca all’aglio nero, carote nere, germogli prodotti localmente, marmellate e confetture artigianali, legumi, bacche di goji, semi di chia, açai e l’alga spirulina. Si assaggiano ortaggi al vapore, saltati, macedonie, zuppe, centrifughe, estratti e frullati. Ogni giorno tre piatti caldi a rotazione, sempre a base vegetale. Dal banco di Roberto Ghezzi, fondatore del marchio Schooner (garanzia per il pesce d’altura e la lavorazione di prodotti del mare), tutto si può acquistare pulito, fresco o cucinato. Cibi da intenditori: come il fegato di pescatrice rosato, in olio di ottima qualità. «Sa perché ha questo colore? Perché si nutrono solo di crostacei», dice Ghezzi. L’incontro di Davide Longoni con il suo mentore Eugenio Pol lo porta alla beatificazione del pane artigianale: il segreto sono i grani antichi, il lievito madre, sale integrale, farine macinate a pietra, grandi formati. Ma la vera novità sarà la pizza: tonda e alla pala, nell’interpretazione di Fabio Venturini, giovane pizzaiolo di Spoleto. Per l’angolo caffetteria, Longoni sceglie due miscele: un’arabica e un decaffeinato di Lady Café, torrefazione di Massimo Bonini, che tosta il caffè con il metodo a torcia. Oreste Pietroni e William Legati, con il cuoco Roberto Andreoni, sono i fondatori di Cool Gelateria Naturale: qui fanno rivivere, oltre al gelato, il concetto di antica latteria, con formaggi e salumi a peso. L’accordo con il Comune (al taglio del nastro c’era l’assessore Franco D’Alfonso) prevede iniziative con artisti del quartiere, il Fai, lo Ied, la parrocchia, il consiglio di zona.

Pesce freschissimo e cucina essenziale alla Risacca 6. La mia recensione sul Corriere

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Per 30 anni la clientela, gente famosa, ha offuscato la cucina di questo ristorante. Invece alla Risacca 6 (via Marcona 6, tel. 02.55.18.16.58) l’offerta è di alta qualità. Pippo, il patron, si impegna a raccontare ai clienti la sua cucina di pesce davvero essenziale e gratificante. Niente cuochi stellati, ma una spesa che arriva da Micozzi, il banco più blasonato del mercato ittico cittadino. Ed ecco la catalana di crostacei e pomodorini, i tagliolini nelle varianti di mare, il pescato e, perla di stagione, lo scampo ben tornito con scaglie di sontuosi ovoli. Da premiare, il nuovo elegante bar con saletta privata. Conto da 60 euro.