POMODORO ASSOLTO, GIURIA AFFAMATA

E diciamocelo pure, questo processo puzzava di bruciato prima ancora che la giuria popolare, capitanata da Fausto Zermani, presidente del Consorzio di Bonifica, sedesse al proprio posto. L’imputato, il pomodoro, spavaldamente assente, sapeva benissimo di avere l’assoluzione in tasca, altro che finire alla sbarra. Delresto, il giudice Edoardo Raspelli, fin dal primo momento, ha suscitato il lieve sospetto di non essere proprio imparziale. Questione di stazza e di fama. E così, il processo al pomodoro celebrato in Piazza Cavalli con tanto di pubblico ministero (il giornalista Giorgio Cannì) e avvocato difensore (la giornalista Roberta Schira) è finito proprio come tutti se lo aspettavano, in pappa. Scherzi a parte, il vero divertimento (di un pubblico non numeroso) è stato assistere alla messa in scena brillante con il giudice gourmet e critico gastronomico di gran nome vestito in toga fino ai piedi e parruccona a riccioli e con i testimoni che si sono arrabattati fra motivazioni improbabili (l’accusa più potente: il pomodoro schizza e macchia; la difesa più strenua: ma è buono anche con il baccalà). E però, a onor del vero, ce l’hanno messa tutta i testi dell’accusa per sembrare credibili: Patrizio Campana (presidente del Gut Fest) ha paragonato l’enorme biodiversità dei vini, dal gutturnio alla malvasia, oltretutto etichettatti, al “tipo unico” dell’anonimo pomodoro; la foodblogger Paola Mazzocchi ha parlato dei fastidiosi semini, dei lunghi tempi di cottura e della buccia indigesta; Xenia Pedrazzini, che opera con l’estero sul fronte alimentare, fa notare quanto sia ancora poco conosciuto il pomodoro del Nord in altri Paesi, dove ilBio non c’è ma lo si vorrebbe e dove domina invece un inquietante prodotto “pestato”. La difesa ci si è messa con le calorie: solo 17 per 100 grammi di prodotto, enuncia trionfalmente la nutrizionista del Comune, Monica Maj, l’ortaggio è ricco d’acqua, vitamine, è un potente antinfiammatorio. Giuseppe Manzella, dell’omonima impresa produttrice, lancia la sua stoccata esaltando il gusto «più dolce» del pomodoro delDistretto del Nord rispetto a quello osannato del Sud e difende la varietà dei 300 cultivar, altro che assenza di biodiversità!Il primario di gastroenterologia, Fabio Fornari, mette in chiaro non solo le qualità salutistiche del pomodoro, le proprietà antitumorali, ma pare che renda più veloci i maratoneti, dice, però qui ha tutta l’aria di scherzare. Invece è serio il professore quando invita a mangiare la buccia che fa bene e quando rievoca la nascita della denominazione di “dieta mediterranea”, piuttosto rossa si sa, che riduce le malattie cardiovascolari e fa vivere fino a cento anni. Sentita la requisitoria, sentita l’arringa, Raspelli non ha dubbi: demolisce le accuse una ad una, assolve con formula piena e forse già pensa a dove cenerà con pisarei e fasò in questa Piacenza alla quale si confessa molto affezionato. Il pomodoro non ha mairischiato un’ora di prigione.