Un Mercato gourmet da scoprire nel centro di Como. la mira recensione sul corriere

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Una bella scoperta per una gita a Como: The Market Place (via Borsieri 21, tel. 031.27.07.12), ispirato ai mercati londinesi per gourmet. Davide Maci è il cuoco che merita un approfondimento, titolare con il gemello anche del barbottega Fresco Cocktail Shop. Convincente il menu di primavera con la scelta poco banale del costato di manzo, proposto con brodo al rafano, carote in schiuma e glassate. Il polpo al barbecue e i ravioli baccalà, emulsione di tè al bergamotto, fave e piselli, invece, mostrano destrezza con le tecniche di esecuzione e cotture. Da 40 euro.

Dominique Crenn da San Francisco alla cucina del Bulgari. la mia recensione sul corriere

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Le cene firmate Epicurea ospitate al Bulgari Hotel (via Fratelli Gabba, tel. 02.805.805.233), ci hanno abituato a nomi sfolgoranti. Oggi è la volta di Dominique Crenn, da San Francisco. La formula è la stessa: lo chef ospite propone per solo due serate al mese un suo menù e il cuoco di casa Bulgari, il napoletano Andrea Di Pinto, crea in loro onore un piatto. Crenn è bella, giovane, talentuosa e con grinta da vendere. Vuole essere chiamata solo chef e sino a qualche anno fa era l’unica negli Stati Uniti ad aver ottenuto le due agognate stelle della «Rossa». Cena imperdibile. 120 euro escluso i vini.

Da «Le Vrai» il buongiorno si vede dal croissant. La mia recensione sul corriere

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A sei mesi dalla nascita di Le Vrai (via Galilei, ang. Montesanto, tel. 02.36.63.07.90) il verdetto è chiaro. Mancava a Milano un locale di cucina francese, non la «haute cuisine» osannata dalle guide, ma la vera cucina domestica cui gli chef stellati si ispirano da sempre. Grande successo soprattutto per il lavoro della patronne Claire Pause, figlia d’arte. Apre dal mattino (croissant e pani da premio Oscar) sino al dopocena con in mezzo un ricco aperitivo chic, complice la liason con Perrier Jouet. In carta, selezione di formaggi, quiche lorraine, terrina di foie gras d’anatra. Quaranta euro.

Carne piemontese e bollito al carrello da Motta a Bellinzago. la mia recensione sul corriere

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Quasi si teme a pronunciare il nome del nuovo cuoco del Ristorante Motta a Bellinzago (Strada Padana Superiore 90, tel. 0295784123) e non si dice «con Daniele Colombu in cucina sarà la volta buona». La carne piemontese del premiato patron Sergio Motta non ha bisogno di elogi e il ristorante rimane uno dei migliori per carnivori nel Nord Italia. Fatevi preparare diversi tagli da Motta in persona, per testare aromi e consistenze una volta cotti sul camino all’ingresso. Lunedì bollito di gran classe, al carrello. Dalla cucina anche un buon risotto, ravioli e frattaglie. 50 euro circa. Cantina tutta da esplorare.

Un angolo di Tirolo ai margini di Chinatown. la mia recensione sul corriere

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Un angolo di Alto Adige ai limiti di Chinatown. Il locale (un altro del format è in viale Tunisia) è Rifugio Delicatessen (via Lomazzo 67, tel. 02.34.93.49.05): con rigorosa coerenza offre maiale affumicato con patate crauti e senape, costolette di capriolo al ribes, trittico di würstel, tutto in ambiente coordinato senza finta aria folcloristica. I piatti sono indovinati. Peccato che un cartello esterno indichi orari di chiusura cucina che poi vengono smentiti, con estrema maleducazione, all’interno: neppure in un maso sperduto del Sud Tirolo si accoglie così chi bussa alla porta.

Vini trentini per la cucina chic dell’Acanto. la mia recensione sul corriere

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Ricominciano il 20 le serate a tema nel ristorante Acanto, all’interno del Principe di Savoia (p.za Repubblica, tel. 02.62302026). Protagonista, con la cucina, la storica cantina trentina della famiglia Lunelli: Ferrari, vini presentati da Alessandra Veronesi, restaurant manager e wine director, e da Mara Vicelli, head sommelier. Tartare di ricciola con guacamole, mela verde e soia e tortello all’olio ligure con gamberi rossi: due piatti della sontuosa sequenza pensata dallo chef Fabrizio Cadei. Nei primi calici 2009 Perlè, Ferrari Trento doc, a seguire con rombo e dessert, altri abbinamenti. 120 euro.

La cotoletta doc nella trattoria di Matteo Scibilia. la mia recensione sul corriere

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Il 17 sarà la giornata mondiale della costoletta alla milanese, occasione ghiotta per provarla in versione doc all’Osteria della Buona Condotta di Ornago (via Cavenago 2, tel.039.69.19.056). Matteo Scibilia con la moglie conduce la blasonata trattoria da qualche decennio. La vera costoletta è ricavata dalla lombata del vitello (non maiale) e si presenta con l’osso, alta un paio di centimetri, rosa l’interno, cotta nel burro chiarificato e salata solo alla fine. La versione di Scibilia prevede panatura a base di grissini. Da provare il risotto giallo con panettone tostato, i ravioli e il coniglio al caffè. 45 euro.

Il Pomiroeu di Seregno Tappa obbligata per ogni gourmet. la mia recensione sul corriere

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Poco distante da Milano, il cuoco Giancarlo Morelli continua a imperare sulla Brianza: tecniche di cucina in primo piano e una devozione trentennale nel cercare l’essenza dei sapori. È il Pomiroeu (via Garibaldi 37, tel. 0362.23.79.73, Seregno): dove oggi sorge una corte, un tempo fioriva un pometo. Lo staff d’eccezione, una cantina (ex ghiacciaia) olimpionica e la filosofia dello chef rendono la tappa in questo locale un dovere di ogni gourmet. Temolo marinato ai profumi di bosco, casoncello ripieno di ricotta acida, fichi secchi, costoletta di cervo o il pescato del giorno. Da 60 euro.

Pesce fresco (e a buon mercato) anche da asporto. La mia recensione sul corriere

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Uno dei ristoranti di successo del gruppo Seven (dietro c’è la mente brillante di Andrea Meoni) è Zio Pesce (foto) in Porta Romana (via Mattei 12, tel. 02.49794967), il locale gemello è sui Navigli. Rappresenta l’eccezione alla regola: i ristoranti dove si serve il pesce fresco sono cari. Meoni, dovendo rifornire più locali, riesce a procurarsi il meglio di gamberi, salmoni, pesce spada, tonni e ombrine a prezzi competitivi. Niente stellati, ma la cucina è più che corretta. A partire da 40 euro. La cantina è attenta a biodinamica e vini naturali. Tutti i piatti sono anche da asporto.

Al Besame Mucho alta cucina messicana e ambiente moderno. La mia recensione sul corriere

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Se rimpiangete tacos ed enchiladas del padiglione Messico in Expo, eccovi accontentati: l’imprenditore ed editore italo-messicano Sandro Landucci prosegue l’avventura con Besame Mucho (piazza Alvar Aalto, tel. 02.29060313). Inaugura ufficialmente a gennaio, ma è già un successo: sorrisi autentici, materie prime di qualità, cuochi blasonati, architettura contemporanea. Dimenticate poltiglie tex-mex piccantissime: qui si fa alta cucina messicana. Da provare aguachile di gamberi e pescato del giorno, habanero, cetriolo e rapanelli e molto altro. Cantina in divenire, 40 euro circa.