Profumo di Laguna al Rubacuori di Andrea Asola. la mia recensione sul corriere

A Tavola

Il ristorante all’interno dell’hotel Chateau Monfort non ci convinceva, ma ora tutto è cambiato. In cucina c’è il giovanissimo Andrea Asola, proveniente da Venissa, laboratorio stellato di nuove promesse creato dalla famiglia Bisol nella laguna veneta. Sotto l’occhio attento del restaurant manager Oscar Cavallera, il Rubacuori (corso Concordia 1, tel. 02.77676708) vi accoglie con rigatoni al ragù di mare e profumo di laguna (al light brunch, 18 euro), il merluzzo carbonaro cotto in acqua di mare o il nuovo menu degustazione di primavera (120 euro). Da provare, il cocktail «bon bon oublié».

Tutti a tavola, il brunch è servito Vegano, con animazione per i bambini, a 5 stelle: variazioni intorno a un rito

Prendiamo dall’inglese sempre più parole, ma non esiste una traduzione italiana di brunch, contrazione di breakfast e lunch, servito di norma a buffet, tra le 11 e le 15 in un mix di dolce e salato. E piace sempre più ai milanesi. Molti locali lo usano per riciclare gli avanzi della settimana, ma per fortuna esistono eccezioni. Tra le tante offerte, l’idea di Giulia Borioli — una dei soci del Superstudio Cafè — mancava: un nuovo modo di trascorrere la domenica in famiglia. «Non è mai facile mettere insieme grandi e bambini. Avendo nipotini ho architettato un modo per rendere felici entrambi: i piccoli mangiano, gli adulti li aiutano. Poi le animatrici “rapiscono” i piccoli e li portano in uno spazio protetto, dove li impegnano in divertenti laboratori pratici. I genitori mangiano in pace e attendono il ritorno dei cuccioli, contenti, con i loro manufatti». I laboratori, indicati dai 4 anni, consistono nel fare biscotti a forma di animali, dipingere maschere di cartapesta o disegnare. I più piccoli hanno un angolo dedicato di cuscini e giochi morbidi. Prossime date: 20 marzo – 3 aprile. Costi 22 euro adulti, 12 i bambini (laboratorio incluso). Meglio prenotare (02.8339.6237). Sempre al Superstudio Cafè (via Forcella 13) si organizzano brunch veganissimi frequentati dai più integralisti. Per un brunch sontuoso, puntate su grandi alberghi, come il Park Hyatt o Il Mandarin Oriental. Il Four Seasons sfoggia piatti tutti nuovi, da quando è arrivato Vito Mollica a rivoluzionare la cucina, e una chocolate room vestita a primavera ispirata a Ratatuille (80 euro, 40 per i bambini, vini esclusi, tel. 02.77.08.14.35). Al Magna Pars, hotel in via Tortona, il brunch a la carta si svolgerà sempre di sabato a partire dalla festa dei papà, il 19 marzo. Anche Peck, in via Spadari, si unisce alla moda del brunch con il cuoco Matteo Vigotti e il pastry chef Alessandro Diglio (dalle 12 alle 16; 60 euro vini esclusi, 30 i bambini, tel. 02.80.23.16.44). Novità anche allo Chateau Monfort di piazza Risorginento. Al Ristorante Rubacuori by Venissa è arrivato il giovane e promettente Andrea Asoli. Il brunch di oggi è dedicato al tema «Vacanze romane», la prossima domenica si celebra «Bentornata primavera», con un profluvio di fiori eduli, verdure fresche ed erbe aromatiche (40 euro senza vini). Prezzi più contenuti da God Save The Food (via Tortona 34, tel. 02.83.73.604, da 25 euro). Da Frida (via Pollaiuolo 3, tel. 02.68.02.60) si mangia tra gli hipster immersi nella luce; da Juleps (via Torricelli 21, tel. 02.89.40.90.29) l’ atmosfera è newyorkese mentre da Cocotte (via Cellini 1, tel. 02.55.18.95.09, 15 euro ) il clima è parigino e si mangia in pentole in ghisa monoporzione.

Il tocco napoletano di Lillo Frigoli all’Arengario. la mia recensione sul corriere

A Tavola

A chi gli chiedeva il segreto per un locale di successo, il potente imprenditore e barone Harold Samuel rispondeva: «location, location, location». È il caso dell’Arengario in piazza Duomo (tel. 02.72.09.38.14) di Giacomo Bulleri. Le guglie a portata di tavolo facevan passare la cucina in secondo piano, tranne la pasticceria, fregio di famiglia. Poi arriva il cuoco Pasquale «Lillo» Frigoli (ex Mudec), napoletano di 28 anni, e da sei mesi anche il bravo direttore Luca Pedinotti, che in sala dà il giusto ritmo. Le linguine mantecate, i ravioli di scarola e gli scialatielli fanno ben sperare. Prezzi a partire da 70 euro.

Il decimo Bancarella della Cucina a Joe Bastianich con «Giuseppino»

Si è conclusa domenica scorsa al «Teatro della Rosa» di Pontremoli con la conquista da parte del cuoco di Masterchef, Joe Bastianich del «Bancarella della Cucina» la serie dei premi organizzati dalla Fondazione Città del Libro, dall’Associazione librai pontremolesi e delle Bancarelle. La manifestazione è giunta quest’anno alla decima edizione mantenendo intatti i principi che nel 2006 ispirarono la sua costituzione e cioè la valorizzazione, assieme all’opera dello scrittore, dell’immenso patrimonio editoriale dedicato alla letteratura enogastronomica del nostro Paese. Hanno presentato e condotto il «salotto» degli autori vincitori del «selezione» il giornalista, Accademico e bibliofilo Alfredo Pelle e la giornalista di Sky TG24 Letizia Leviti. Si sono contesi il premio sei volumi scelti dal Collegio degli elettori votati dai librai e da dieci esperti del settore. Lo spoglio delle sessantacinque schede pervenute al notaio Sara Rivieri ha dato questo risultato: al primo posto «Giuseppino. Da New York all’Italia storia del mio ritorno a casa» di Joe Bastianich – coautrice Sara Porro- (Utet) con 42 voti; buon secondo con 35 suffragi Alessandro Marzio Magno (Garzanti) con l’opera «Il genio del gusto»; mentre Roberta Schira con il volume «Mangiato bene?» (Salani) si è piazzata al terzo posto con 33 voti a suo favore; seguono nell’ordine «Storia della cucina italiana» di Alberto Capatti (Guido Tommasi editore) a quota 32; Paolo Marchi in gara con «XXL 50 piatti che hanno allargato la mia vita» (Mondadori) con 21 e, infine lo Chef Rubio, rappresentato dall’editor Arianna Comotti, con «Unti e bisunti (Sperling & Kupfer) che di suffragi ne ha ottenuti diciassette. Cinque sono state le schede nulle. In apertura ha portato il saluto della Città, il sindaco Lucia Baracchini mentre il presidente della Fondazione Città del Libro, Gianni Tarantola, ha ricordato come «il premio abbia superato l’età critica delle elementari per avviarsi a frequentare le scuole superiori e quindi l’universit໫il premio abbia superato l’età critica delle elementari per avviarsi a frequentare le scuole superiori e quindi l’università». Agli studenti presenti ha infine parlato il nuovo provveditore agli studi, Donatella Buonriposi. Durante la cerimonia lo stesso Gianni Tarantola ha consegnato il premio «Baldassarre Molossi» ad Alfredo Pelle che ha definito «un grande collaboratore del Bancarella della Cucina». Al termine, dopo che il notaio ha dato lettura del risultato della votazione, i sindaci di Mulazzo, Claudio Novoa e di Pontremoli, Lucia Baracchini, hanno consegnato il tradizionale «San Giovanni di Dio» a Sara Porro che ha rappresentato Joe Bastianich. Tra le manifestazioni collaterali, figura la presentazione del libro «Il diabete al tempo del cibo. Una sana alimentazione per promuovere il benessere» a cura della senatrice Emanuela Baio, (Franco Angeli Editore). La stessa senatrice e Giuseppe Benelli hanno condotto il dibattito al quale hanno preso parte esperti di gastronomia. Un convegno su «Il maiale nella tradizione italiana» ha occupato la mattinata di domenica aperto e condotto dallo scrittore gastronomo Graziano Pozzetto. Hanno portato contributi Alberto Capatti, Alfredo Pelle, Salvatore Marchese, Massimo Spigaroli, Vittorio Marcelli e Luciano Bertocchi. Organizzate dal Comune di Pontremoli insieme alla Provincia e alla Strada del Vino dei Colli di Candia e Lunigiana hanno fatto da cornice al Bancarella della Cucina le «Olimpiadi del gusto» che hanno visto impegnati, in tempi diversi, gli studenti dell’Istituto Alberghiero «Minuto» di Marina di Massa, «Pacinotti» di Bagnone, «Matteotti» di Pisa, «Leopoldo II di Lorena» di Grosseto, e «Magnaghi» di Salsomaggiore. La vittoria è andata agli allievi al «Pacinotti» di Bagnone che al ristorante del Castello del Piagnaro hanno presentato il piatto della «costata di mucca pontremolese». Alla scuola è stato consegnato come premio il «testo in ghisa» per cucinare le più svariate pietanze, in particolare i testaroli. Il libro che si è aggiudicato il premio narra di «Giuseppino» il nome con il quale la nonna Erminia lo aveva chiamato e che resiste ancora oggi. Joe Bastianich nella sua opera ci porta a rivivere, da figlio di esuli istriani, la sua lunga storia d’amore per l’Italia che ha percorso in lungo e in largo.

Il pranzo della domenica e il ruolo delle donne nell’educazione a tavola

Presentato a Expo «Il grande pranzo della domenica italiana», un manifesto della cucina sana e antispreco che raggruppa 20 ricette, scelte tra le oltre 400 inviate da tutta Italia tra marzo e maggio all’indirizzo womenforitaly.com. A selezionarle, una giuria al femminile composta da 10 tra chef, imprenditrici ed esperte di gastronomia (nella foto, sette di loro), coordinate da Roberta Schira. Questo è solo il primo risultato concreto di un progetto culturale più ampio, Women for Italy, che continuerà anche dopo Expo per esaltare il ruolo della donna come elemento fondamentale nell’educazione. Un ruolo che «è cruciale e deve essere valorizzato. Sia nell’ambito delle scelte di consumo in famiglia, sia in campo agricolo», come ha spiegato il ministro Martina.

Olimpiadi del Gusto: lo chef scende nell’arena Tre giorni di gusto Con una cena a tema si sfidano le scuole alberghiere E domenica si assegna il premio letterario «Bancarella della Cucina»

Libri, cucina, nutrizione e e cultura alimentare saranno al centro del decimo Premio «Bancarella della Cucina» che si svolgerà a Pontremoli a partire da oggi fino a domenica Si contenderanno il premio i 6 libri a tema gastronomico giunti alla selezione finale: si tratta di «Il genio del gusto» di Alessandro Marzio Magno, «Mangiato bene? » di Roberta Schira, «Giuseppino» di Joe Bastianich & Sara Porro, «Xxl. 50 piatti che hanno allargato la mia vita, «Unti e bisunti. Viaggio nell’Italia dello strett food» di Chef Rubio, «Storia della cucina italiana» di Alberto Capatti. Tantissime la manifestazioni collaterali che precederanno la cerimonia di premiazione; oggi alle 20 ci saranno le «Olimpiadi del gusto», una cena a tema in diverse strutture a cura di diversi istituti alberghieri (tra cui l’istituto «Magnaghi» di Salsomaggiore, ospitato al ristorante «Caveau del Teatro»). Domani in piazza della Repubblica dalle 10 alle 13 si terrà lo «show cooking» a cura degli alunni degli alberghieri presenti, mentre alle 16 nel salone di rappresentanza di Palazzo Dosi Magnavacca in via Ricci Armani verrà presentato il libro «Il diabete al tempo del cibo. Una sana alimentazione per promuovere il benessere» , volume a cura di Emanuela Baio e Franco Angeli. Condurrà la stessa Baio insieme al professor Giuseppe Benelli: parteciperà anche la senatrice Manuela Granola. La domenica si aprirà alle 10 e 30 a Palazzo Dosi Magnavacca col convegno «Il maiale nella tradizione italiana» con i saluti del sindaco Lucia Baracchini e la conduzione del gastronomo-scrittore Graziano Pozzetto: tra gli interventi previsto anche «Il mito del culatello di Zibello» a cura dello chef parmigiano Massimo Spigaroli. E finalmente alle 16 comincerà al Teatro della Rosa la cerimonia di assegnazione del premio Bancarella della Cucina: ci sarà il salotto con gli autori dei libri finalisti che verranno intervistati dai presentatori Letizia Leviti e Alfredo Pelle, mentre lo stesso Pelle, accademico e bibliofilo, verrà insignito del premio «Baldassarre Molossi», alla memoria del mitico direttore della Gazzetta. Subito dopo partirà lo scrutinio delle schede e verrà proclamato ufficialmente il vincitore.

Golosaria apparecchia per tutti Trecento produttori, 100 cantine, 80 appuntamenti: caccia al cibo di qualità

«Se uno vuol cogliere il fermento dell’Italia del gusto, che c’è, deve passare da qui: per bersi non solo un bicchiere di birra o di vino, ma un concentrato di fiducia nel nostro Paese». Qui è Golosaria, il dispensatore di fiducia è Paolo Massobrio, ideatore con Marco Gatti della rassegna sulle gastro-eccellenze italiane che compie dieci anni. Per festeggiare, la kermesse si allarga al MiCo (FieraMilano City, da sabato 17 al 19 ottobre, viale Scarampo ang. Colleoni, gate 4; ingresso 10 euro al giorno, 21 per i tre giorni, info www.golosaria.it). Golasaria si capisce bene con le cifre: oltre 300 produttori in 12 mila mq, 15 cucine di strada, 100 cantine, cuochi che preparano specialità davanti al pubblico, 80 appuntamenti a tema, 150 espositori, 30 sponsor, molte start up da scoprire. L’anno scorso i visitatori sono stati 17 mila, per questa edizione — intitolata «La qualità che nutre il futuro» e inserita nel ricco palinsesto di ExpoinCittà — se ne aspettano ventimila. Centinaia di produttori potranno incontrarsi, conoscersi e creare humus per germogli umani, culturali ed economici. Massobrio e Gatti, con la loro affiatata squadra, scovano e premiano novità degne di nota, ogni anno diverse. Per esempio, tra i 100 migliori vini premiati ai vertici due lombardi: il Minego, rosso di uve barbera prodotto in Val Camonica dal bresciano Antonio Ligabue, e il Castello di Stefanago, riesling di Antonio e Giacomo Baruffaldi, da Borgo Priolo nel Pavese.«La nostra selezione», dicono gli ideatori di Golosaria, aggiustandosi il papillon diventato marchio di fabbrica, «è il polso reale delle tendenze produttive: molti vini sono biologici e biodinamici, una realtà ormai matura anche in Italia». I visitatori saranno attratti da molte curiosità: i risi vercellesi coltivati dalle tre sorelle Rosso e proposti con una miscela di fiori commestibili; l’azienda piemontese «Optima carne» con allevamento sostenibile; la start up di Roberto Zulato, che riprende la tradizione biellese di distillati ed elisir a base di erbe di campo, sambuca e frutti selvatici; le oche romagnole allevate a latte e miele da Michele e Luca Littamè, nel Padovano. E ancora, il barbecue alIdeatori Marco Gatti e Paolo Massobrio, creatori di Golosaria; sotto risaie l’italiana per diventare «grill master», la birra di sorgo, il paté di fegato di lumache (sì, avete capito bene), il pastrami con carne di razza bovina piemontese, la confettura calabrese di annona (frutto che è un mix tra banana e avocado), la cucina in vasocottura, il pane carasau nero. Insomma, una vera passeggiata, con un’infinità di tentazioni, nel Buono Italiano. E per la prima volta, Golosaria lancia il Premio Fraizzoli (storica azienda milanese di uniformi professionali), che mette gli allori non alla cucina, ma allo stile di accoglienza nei ristoranti: tra i 15 laureati, Aimo e Nadia di Milano. La classe non tradisce mai.

Al via le Olimpiadi del gusto Per allenare gli chef di domani Pontremoli e l’enogastronomia: Premio Bancarella della Cucina

GLI STUDENTI di cinque scuole alberghiere si sfidano alle Olimpiadi del Gusto, organizzate nella cornice della decima edizione del Bancarella della Cucina, che premia i migliori libri di enogastronomia pubblicati nell’ultimo anno. A Pontremoli, da domani a domenica, va in scena un weekend nel segno del cibo che vede protagonisti studenti, professori e scrittori, impegnati in uno slalom tra i menù regionali dell’Italia dei sapori. NON È VERO che tutto fa brodo: in cucina ci vogliono gusto e cultura per esaltare il carattere dei piatti e allora il libro diventa il mediatore ideale per fare da guida tra pentole e padelle. L’idea di accoppiare le Olimpiadi del gusto al Bancarella della Cucina è una «ricetta« del Comune di Pontremoli cucinata assieme all’amministrazione provinciale di Massa Carrara e all’associazione Strade del Vino dei colli di Candia e di Lunigiana. La disfida che coinvolge gli istituti alberghieri «Minuto» di Marina di Massa, «Pacinotti» di Bagnone (Massa), «Matteotti» di Pisa, «Leopoldo II di Lorena« di Grosseto e «Magnaghi» di Salsomaggiore (Parma), si svolge domani sera in Lunigiana in cinque sale ristoranti diverse in cui le scuole prepareranno i loro menù: dal doppio raviolo di cipolla massese e pomodoro, al tortello maremmano, per passare alla costata di mucca pontremolese, al filetto di manzo parmense e approdare al cialdone con crema di ricotta con ciliegia di Lari, e pinolo di San Rossore. Un tour goloso votato dai commensali presenti che segnaleranno il miglior servizio di sala, tenendo conto della presentazione dei piatti e degli abbinamenti. La mattina seguente, nel corso di un «cooking show» di piazza, guidato dalla giornalista enogastronoma Rosanna Ercole Mellone sarà scelto il piatto vincitore da una giuria tecnica. Questo il gustoso antipasto al Premio Bancarella della Cucina sarà servito in attesa di conoscere il libro vincitore. I libri finalisti in gara sono «Giuseppino» di Jo Bastianich e Sara Porro (Utet), «Unti e bisunti» di Chef Rubio (Sperling & Kupfer), «XXL, 50 piatti che hanno allargato la mia vita» di Paolo Marchi (Mondadori), «Storia della cucina italiana» di Alberto Capatti (Guido Tommasi), «Mangiato bene» di Roberta Schira (Salani), «Il genio del gusto» di Alessandro Marzo Magno (Garzanti). Saranno 70 librai delle associazioni Unione Librai Pontremolesi e Unione Librai delle Bancarelle assieme a dieci esperti di gastronomia a decretare il primo posto del podio, domenica, alle ore 16, nel settecentesco Teatro della Rosa di Pontremoli. A presentare la cerimonia di proclamazione la giornalista di SkyTg24, Letizia Leviti e l’enogastronomo Alfredo Pelle che, in attesa di conoscere il verdetto, converseranno con gli autori sul tema dei loro libri. Visto che la salute nel piatto è un utile tormentone, ma non sempre è facile coniugare sulla tavola la corretta alimentazione con il piacere del gusto è stato organizzato anche un mini convegno sul tema «Il diabete al tempo del cibo», a cui parteciperanno anche Giorgio Calabrese e Giovanni Minoli.

PIATTI VEGETARIANI A CHILOMETRO ZERO IN CORSO MAGENTA. LA MIA RECENSIONE SUL A TAVOLA DEL CORRIERE DELLA SERA

A Tavola

Prima colazione, pranzo e merende vegani e vegetariani. Da Verdi’s (corso Magenta angolo via Nirone 2, tel. 02.89.09.10.55), risto-shop artigianale ideato da Silvia Maltoni, la linea guida è il wellness food, basato su menu stagionali, dal riso Venere con pesto estivo pomodorini secchi e mandorle, alle tartare vegane con fiori di zucca e tofu e all’insalata con stracciatella di burrata. Tutto arriva da piccoli produttori di Lombardia. Da bere birra artigianale o vini da Oltrepò, Mantovano e Franciacorta. Oltre a succhi di frutta e verdura e alla versione italiana del mojito, il Verdito. Piatti tra i 5 e gli 8 euro.

A tavola nel tempo: al Museo della Scienza e della Tecnologia inaugura ‪#‎FoodPeople

A tavola nel tempo: al Museo della Scienza e della Tecnologia inaugura‪#‎FoodPeople‬. In mostra le scoperte che hanno rivoluzionato il modo di alimentarsi.

La scoperta del fuoco e il passaggio da crudo a cotto: tutto parte da lì. Quella luce-calore miracolosa aggrega, difende, cuoce e illumina gli albori dell’uomo, tanto da fondare la civiltà.

Read More